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Tommaso Andreano

di Tommaso Andreano

โ€œPunti Di vistaโ€ di questa domenica affronta un tema che interessa tutti noi: la scuola italiana. Il Prof. Tommaso Andreano, ex Dirigente Scolastico, Garante del Partito Democratico di Desio, fotografa lo stato attuale in cui versa la scuola italiana e non manca di ristabilire la veritร  (con dati e fatti inconfutabili) rispetto alle fake veicolate da certa politica che, ignorando i veri problemi che andrebbero risolti, prospetta pseudo riforme del sistema dellโ€™istruzione.

  • Quali sono i veri nodi della scuola italiana?
  • Da quali presupposti dovrebbero ripartire le Istituzioni per attuare delle politiche realmente efficaci per risollevare il nostro sistema scolastico dalla situazione drammatica in cui versa?

Leggiamolo insieme๐Ÿ‘‡๐Ÿป

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Posted by PD Desio on Sunday, June 11, 2023

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di Tommaso Andreano

I dati Eurostat dicono che nel 2021hanno abbandonato la scuola italiana il 12,7% degli studenti. Peggio hanno fatto solo quelli rumeni (15,3%) e quelli spagnoli (13,2%). La media degli abbandoni nei paesi europei รจ del 9,7%. Ci sono poi gli studenti che, pur frequentando la scuola, non raggiungono le competenze minime necessarie per poter affrontare la vita adulta.

Gli abbandoni e il non raggiungimento delle competenze minime, secondo i dati Invalsi 2022, riguardano oltre il 20% degli studenti italiani. Solo il 56% degli alunni di terza media raggiunge i livelli di competenze previsti in matematica, e il 61% in italiano. Le prestazioni degli studenti calano nel Mezzogiorno e tra gli allievi che provengono da contesti socio-economico-culturali piรน sfavorevoli. Pur essendoci stati dei miglioramenti rispetto agli anni precedenti, il quadro resta allarmante e dovrebbe suscitare preoccupazione in coloro che governano il sistema di istruzione e di formazione del Paese. Cosรฌ non รจ stato e non รจ.

Si continua a fare dichiarazioni e interventi spot senza affrontare i veri nodi della scuola italiana.

Il ministro Santanchรฉ ha addebitato alla sinistra il ridimensionamento degli Istituti Tecnici, ignorando che fu la legge Moratti n. 53 del 2003 ad ampliare i licei con una netta separazione tra istruzione alta e tecnico-professionale dallโ€™altra. Si omette anche che, tra il 2008 e il l 2011, con il ministro Gelmini, ci furono oltre otto miliardi di tagli allโ€™istruzione.

Anche lโ€™on. Valditara, ministro dellโ€™istruzione e del merito, non รจ da meno. I suoi interventi contro la preside del Liceo Da Vinci di Firenze, dopo i pestaggi davanti alla scuola, le accuse ai sindaci di sinistra per il caro affitti denunciato dagli studenti universitari, le dichiarazioni sullโ€™umiliazione come fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalitร  hanno suscitato notevoli perplessitร .

Questo governo, come i precedenti, nella convinzione di sapere di cosa ha bisogno la scuola, รจ partito per realizzare la propria ricetta prescindendo da un approfondito confronto con coloro che operano quotidianamente nel contesto scuola.

La pandemia ha provocato ulteriori difficoltร : gli insegnanti hanno dovuto fare lezione con modalitร  nuove; gli alunni, confinati in casa e privati delle relazioni tra di loro e con i docenti, hanno fatto lezione davanti allo schermo di un computer. La societร  รจ pervasa da una diffusa disabitudine al confronto, alla relazione, alla comunicazione. Questa incapacitร  si manifesta tra gli studenti, tra gli studenti e gli insegnanti, tra i genitori e i docenti. Ciรฒ, spesso, favorisce un clima conflittuale che non aiuta nรฉ gli insegnanti nellโ€™espletamento della loro funzione e nรฉ lโ€™apprendimento e la formazione degli studenti.

Pur ritenendo utili le figure proposte dal ministro: lo psicologo, il docente tutor e quello orientatore, mi pare che ancora una volta non si riesca o non si voglia affrontare il nodo cruciale della formazione degli insegnanti. Da tempo, non รจ piรน sufficiente conoscere e trasmettere i contenuti disciplinari per essere considerati dei bravi insegnanti. La formazione iniziale deve consentire ai docenti di โ€œtenere insiemeโ€ contenuti e relazione educativa, saperi e ascolto degli alunni. Altra questione che non si riesce a risolvere รจ il reclutamento dei docenti. I tanti interventi messi in campo negli ultimi decenni non sono riusciti a superare il โ€œprecariatoโ€. ย Sono necessari ancora troppi anni prima che un docente diventi titolare di cattedra. Questo comporta continui cambi di sede, difficoltร  ad inserirsi nella realtร  della scuola in cui si lavora, costante incertezza anche nella pianificazione del proprio futuro, mancanza di stabilitร  economica. Ciรฒ puรฒ portare anche a una demotivazione nei confronti della propria professione con tutti i rischi che questo puรฒ comportare.

Lโ€™edilizia scolastica รจ un altro elemento di difficoltร  della scuola italiana. Ancora si fa scuola in edifici fatiscenti e vetusti, non in regola con le norme di sicurezza, con aule spesso molto affollate a causa dellโ€™eccessivo numero di alunni previsti dalle norme attuali. Pur troppo non si riesce neanche a sfruttare appieno i fondi del PNRR. รˆ di questi giorni la notizia che molti dirigenti scolastici chiedono di spostare dal 30 giugno a settembre lโ€™aggiudicazione di โ€œforniture e serviziโ€ finanziate dal Piano nazionale di resilienza e ripresa.

La scuola italiana deve ancora essere appieno una scuola inclusiva come ha detto il Presidente Mattarella ricordando la figura di don Milani a cento anni dalla sua nascita โ€œbattistrada di una cultura che ha combattuto il privilegio e lโ€™emarginazione, che ha inteso la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il pieno sviluppo della personalitร  umanaโ€.