DONNE E POLITICA: BASTA A CONTENUTI DA BAR E AD ESPRESSIONI INAPPROPRIATE, INAUDITO IL CONTENUTO MISOGINO E IL LINGUAGGIO PESSIMO DELLA CONSIGLIERA LEGHISTA.
“SI ALZI IL LIVELLO POLITICO DI CHI CI RAPPRESENTA NELLE ISTITUZIONI”: LA REAZIONE DI NOEMI SPOLETI, DELEGATA PD ALLE POLITICHE GIOVANILI, AL POST MISOGINO E OFFENSIVO DELLA CONSIGLIERA IN QUOTA LEGA ARIANNA BIELLA.
Venerdì 28 gennaio 2022, la consigliera comunale Arianna Biella – eletta tra le file della Lega – nel commentare la candidatura alla Presidenza della Repubblica dell’Onorevole Elisabetta Alberti Casellati, ha diffuso sulla sua pagina Instagram informazioni misogine e offensive nei confronti del Partito Democratico.
Nella specie, la consigliera commentava “se fosse stata la sx a proporre una donna ci sarebbero già tutti i super giornali progressisti a scrivere su quanto è avanti la sinistra. Ma nel 2022 non basta la patata per essere donna, serve la tessera del PD”.
Le parole utilizzate, oltre che il messaggio diffuso, forniscono alcuni utilissimi spunti di riflessione sul linguaggio di certa politica e sul ruolo delle donne in politica.
Così, Noemi Spoleti, del Direttivo del PD di Desio, delegata al Cantiere Giovani: “La signora Biella ricopre un ruolo di rilievo pubblico e istituzionale e, come è stato in passato ricordato ad alcuni consiglieri della vecchia maggioranza, dovrebbe utilizzare un linguaggio appropriato e consono alla responsabilità della quale è stata investita dai cittadini, oltre che mostrarsi rispettosa nei confronti dei partiti di opposizione.
Ognuno è libero di manifestare il proprio pensiero, ovviamente, ma la scelta di uno stile comunicativo rispettoso può rappresentare il discrimine tra l’esercizio legittimo del diritto di critica e la diffamazione.
Ma, volendo anche passare sopra alla forma, ciò che più preoccupa, in questo caso, sono i contenuti.
Arianna Biella è una donna che fa politica. Pensa forse di essere stata eletta alla carica di consigliera comunale solamente in quanto donna e, per dirla con lei, portatrice “di patata”?
Forse, sarebbe meglio sperare e pensare che sia stata eletta in quanto – come persona – è dotata delle competenze e della sensibilità politica che la maggioranza dei cittadini ritengono rappresentative dei loro interessi”.
Spoleti poi estende il suo ragionamento anche alla scelta della prima carica dello Stato.
“La retorica delle ultime settimane circa la scelta di “una donna” per il Quirinale è del tutto priva di senso, nonché svilente rispetto all’obiettivo – di primo piano – di incentivare la partecipazione femminile alla vita politica e istituzionale.
Le donne devono essere scelte, a parità di condizioni rispetto agli uomini, in base alle loro competenze, al loro curriculum, e – nel caso della Presidenza – al loro cursus honorum.
Infatti, il punto cardine delle battaglie per la parità di genere, anche in politica, è la presenza di una parità di condizioni per l’accesso alle cariche, da incentivare, se del caso, con politiche attive per la garanzia dell’uguaglianza sostanziale tra uomo e donna, sancita dal secondo comma dell’art. 3 della Nostra Costituzione.”
E qui viene al punto.
“Negli ultimi giorni, si sta discutendo in modo più che mai vivo del perché le uniche donne a ricoprire alte cariche politiche e istituzionali siano sempre espressione dello schieramento politico più conservatore. Le donne di area conservatrice si sono sempre adattate ad un modello politico “cucito addosso agli uomini”, creato dagli uomini per gli uomini ed hanno adottato strategie comunicative sulla parità di genere appetibili e accettabili per una società – come la nostra – ancora profondamente permeata da logiche maschiliste, anzi – possiamo dirlo – strutturalmente maschilista. Ove una donna combatta le battaglie di genere in modo apertamente femminista e progressista, magari categorizzandosi come femminista, è molto più facile che non incontri le simpatie della maggioranza e che, quindi, non sia la candidata prescelta.
Comunicare le battaglie di genere in modo aderente rispetto al sistema, al pensiero mainstream, è ancora un elemento fondamentale per avere successo in politica, come donna. Per mettere fine a questo fenomeno e quindi per, concretamente, incentivare la partecipazione femminile alla vita politica e istituzionale, a parità di condizioni, è necessario mutare totalmente il linguaggio e lo stile comunicativo, quando si parla di politica e questione di genere.”
La giovane Delegata del Direttivo PD conclude: “Caratterizzare una donna per il suo “avere la patata” oppure, a maggior ragione, ritenere automaticamente degna di approvazione la candidatura di una donna al Quirinale solo in quanto donna è esattamente il linguaggio semplicistico, a tratti misogino e, purtroppo, mainstream che, come Partito Democratico, ci impegniamo a combattere e cambiare. Invitiamo la Consigliera Biella a riflettere sul messaggio diffuso e sulla responsabilità di cui è portatrice, in quanto Consigliera, oltre che “influencer” per giovanissimi cittadini.”
DESIO, 31 gennaio 2022