PROGETTO "RINASCITA" OSPEDALE VECCHIO TARGATO GARGIULO: CORTI CRITICO Intervista a cura di Marco Mologni (Il Cittadino)
«E’ certamente molto strano creare un nuovo spazio vuoto per riempirne uno vecchio». L’ex sindaco, Roberto Corti, ha pronunciato parole destinate a lasciare un peso sul progetto di rinascita dell’ospedale vecchio. Come è noto, il piano prevede un investimento di cinque milioni di euro, per ottenere i quali il comune di Desio ha partecipato ad un bando Pnrr (piano nazionale ripartenza e resilienza), per ristrutturare il secolare edificio e poi trasferire negli edifici che ospitavano l’antico polo sanitario la biblioteca civica e le sedi di molte tra le associazioni di Desio. Ma Corti è molto scettico su questo progetto:
Perché è così riluttante su questo progetto?
«Bisognerebbe capire che idea di città hanno gli attuali amministratori: è quello che chiediamo da tanto tempo senza avere risposta. Villa Tittoni è stata pensata come il polo culturale di Desio: o se preferite, il salotto culturale della città. Un progetto a lungo pensato e costruito con pazienza, da numerosi sindaci della città. Un pezzo dopo l’altro. Ora la preoccupazione è questa: villa Tittoni, svuotata, che ruolo avrà? Non si rischia di creare un nuovo problema a Desio cercando di risolverne un altro»?
Quale è in particolare l’edificio che soffrirebbe di più?
«Tutta la Villa ne soffrirebbe, ma penso in particolare, e con viva preoccupazione, alla nostra biblioteca civica. Il progetto si è sviluppato ed è cresciuto in tanto tempo con il contributo di tutte le amministrazioni, di ogni colore politico. Fu trasferita in quelle che erano le pertinenze di Villa Tittoni: ne ha dato anima e identità e ancora oggi è considerata un polo di eccellenza culturale in Brianza. Dove è attualmente, ci sono vasti spazi e aule e strutture costruite negli anni. Come pensare di trasferire tutto in una struttura che sarebbe da attrezzare in modo dedicato? Mi pare una scelta a dir poco avventata».
Che cosa pensa dell’idea di trasferire Parco Tittoni nell’area feste del PalaDesio?
«Parco Tittoni non è la festa della birra e nemmeno – con tutto il rispetto – la sagra di paese. Alle radici del suo successo c’è un progetto di marketing territoriale che ha in villa Tittoni un volano non solo economico ma anche simbolico. Trasferirlo in un luogo che è pensato per fare le sagre tradizionali, rischierebbe di rovinare un progetto il cui successo è stato costruito in dieci anni. Prima di fare scelte azzardate sarebbe necessario confrontarsi con gli operatori che hanno costruito un format che è stato apprezzato in tutta la regione Lombardia».
Come valuta il trasferimento di alcune associazioni all’ospedale vecchio?
«Premetto che non ho ancora visionato il progetto di recupero, ho fatto richiesta qualche giorno fa di poterlo ricevere e quindi baso quello che dico sulla conoscenza dei luoghi che ovviamente ho costruito in questi anni. Il vecchio ospedale ha una superficie utile di circa 3500mq ed è quindi molto grande, dovendolo riempire è chiaro che l’amministrazione ha pensato alle sedi delle associazioni ma anche in questo caso, visto che non c’è una richiesta di spazi così ampia, si correrebbe il rischio di creare altri vuoti per riempire i nuovi spazi. Inoltre alcune hanno un rapporto di osmosi con villa Tittoni e la sua vocazione culturale. Non a caso nel nostro progetto di ridisegno della città villa Tittoni è posizionata sull’asse della cultura e dello sport.
Villa Tittoni rischia di perdere la sua vocazione culturale?
«Non solo: che ruolo avrebbe il nuovo auditorium di 200 posti in una villa ridotta a un guscio vuoto? Ricordo che villa Tittoni ha ancora vasti spazi inutilizzati: in particolare il secondo piano, tuttora da restaurare, è in disuso dal lontano 1977. C’è da spostare anche il magazzino comunale. Ogni sindaco degli ultimi decenni ha cercato di recuperare nuovi spazi inutilizzati della villa, noi lo abbiamo fatto con l’ala Ovest creando il nuovo spazio polifunzionale e con il collegamento della cappella al corpo centrale, non vorrei che il sindaco Gargiulo interrompa questa staffetta virtuosa che dal 1977 ha visto tutte le amministrazioni recuperare nuovi spazi all’uso pubblico. Mi pare assurdo svuotare una dimora con vaste aree ancora da utilizzare».