Punti Di vista #16 – 𝑳𝒂 𝒈𝒆𝒔𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒊 (𝑮𝑷𝑨)

di Luca Gusmaroli

Questa settimana per la nostra rubrica “Punti Di vista” Luca Gusmaroli attivista LGBTQ+ di BOA - Brianza Oltre l'Arcobaleno aps, ci parla di Gestazione per altri (GPA), tema attualissimo e molto dibattuto. Spesso utilizzato da certa propaganda politica, il tema della gestazione per altri, non viene affrontato con l’intento di fare chiarezza rispettando l'esigenza di una regolamentazione che vada oltre il mero divieto, bensì viene usato con un solo obiettivo: disinformare e criminalizzare quelle coppie (per il 90 per cento eterosessuali) che sono già ricorse alla GPA. L’intento di Gusmaroli è quello di provare ad allargare lo sguardo e promuovere una discussione collettiva e costruttiva.

Punti Di vista #16 – 𝑳𝒂 𝒈𝒆𝒔𝒕𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒍𝒕𝒓𝒊 (𝑮𝑷𝑨)

di Luca Gusmaroli, attivista LGBTQ+ di BOA - Brianza Oltre l'Arcobaleno aps,la prima associazione LGBTIQAPK+ di Monza e della Brianza.

La gestazione per altri è una forma di procreazione assistita nella quale una donna porta avanti una gravidanza per conto di un'altra coppia (cioè gli aspiranti genitori del nascituro) o di un genitore designato. La GPA è una questione di classe e non dobbiamo avere paura di dirlo. La GPA c'entra tutta con lo sfruttamento del corpo femminile. Ma non è come pensate.

Sono Luca e sono un attivista LGBTQ+ brianzolo. Non sono un esperto di nulla ma mi appassiono di politica e attualità e ho scritto queste riflessioni per provare ad allargare lo sguardo e fare una discussione collettiva e costruttiva.

Come avete visto è esploso il tema della gestazione per altri e della genitorialità omosessuale. Tralasciando il punto che la GPA è praticata da gran parte di coppie etero e oltretutto, qui in Italia, è vietata, ho pensato che forse occorra aggiungere un punto. Certe destre schifose hanno argomentato il proprio parere contrario alla GPA dicendo che è una tecnica che sfrutta e mercifica il corpo della donna.

Questo, secondo me, non è completamente falso ed è pericoloso ignorare questo punto. Di fatto ci sono paesi in cui la GPA è poco regolamentata e rischia di diventare uno strumento usato dalle donne per emanciparsi. La donna, quindi, mette a disposizione il proprio corpo per sostentarsi economicamente. Questa è la definizione di mercificazione in effetti.

Come abbiamo visto, in Italia, la GPA è vietata, ma non ha fermato tante persone a ricorrervi. Quindi è ridicolo ignorare l'argomento. La domanda da porci è: quando una donna è libera veramente? Questo, credo, sia fondamentale. È libera quando decide per se stessa? È libera se certe condizioni economiche la portano ad una determinata decisione?

Qui si tocca un tasto dolente: quello della AUTODETERMINAZIONE. Il corpo è mio, decido io. L'identità è mia, decido io.

Applicare il principio di determinazione in modo universale, tuttavia, sarebbe come dire che tutti gli individui, in tutti i paesi, hanno una stessa situazione di partenza. Possiamo metterci la mano sul fuoco? Ed è questo il punto: forse - e dico forse - la GPA è come tante altre cose una questione di classe di appartenenza. Sia per chi vi accede da futuro genitore, sia per le persone gestanti.

La classe a cui appartieni, la tua condizione economica di partenza e la tua prospettiva di avere più benessere e scalare la scala sociale, determinano la tua scelta di voler essere o meno una gestante per altri.

E come si fa a sanare questa ferita delle classi sociali povere? Con più Stato. Con più - e spesa meglio - spesa pubblica. Con più cultura. Con una migliore classe dirigente.

Ciliegina sulla torta: trovo triste chi a sinistra non riesce a produrre un pensiero a riguardo. O per paura di ferire i cattolici pro vita o per paura di sembrare dei progressisti scellerati (che magari!) Mentre a destra ci rubano le nostre categorie: sfruttamento del corpo, mercificazione, deumanaizzazione. Tutte parole che potremmo dire parlando di migrazioni, aborto...

Cacciari in una sua presenza in TV aveva detto: “la tecnologia ha superato l'etica e lo Stato”. È ovviamente così: la tecnologia e la scienza stanno spianando strade che lo Stato deve regolamentare nella tutela di tutti. E se ci pensate, con questa legge italiana, le donne povere del mondo non sono tutelate, come non sono tutelati i figli esistenti delle coppie omogenitoriali. E, a prescindere dalla propaganda meloniana, le famiglie LGBTQ+ ci sono e ci saranno sempre.

Uno Stato o tutela tutti, oppure è un regime.