LA VERITA’ SUI MEDICI DI BASE E LA DEBACLE DELLA SANITÀ LOMBARDA DI FRONTE ALLA PANDEMIA.
Isabella Lappa, Delegata al tavolo Welfare e sanità del PD di Desio, testimonia la sua esperienza di MMG e denuncia le derive della sanità lombarda commentando l’articolo apparso su quotidianosanita.it
“La denuncia di un gruppo di medici di medicina generale (MMG) pubblicata su quotidianosanità.it per quanto sembri gravissima è purtroppo tutta vera. L'articolo ha messo in luce degli aspetti che devono essere chiariti all'opinione pubblica perché spesso i media raccontano un'altra storia, additando all' incapacità dei medici del territorio la causa della debacle della sanità di fronte alla pandemia. Avendo lavorato come MMG durante le prime due ondate del contagio da Coronavirus, posso testimoniare che i medici non hanno abbandonato i propri pazienti. Le ASL non ci avevano fornito di mezzi di protezione e ci avevano pertanto indicato di seguire i pazienti Covid+ o sospetti tali a distanza (telefonicamente) allertando il 112 in caso di difficoltà respiratoria. I nostri ambulatori sono stati sempre aperti per i pazienti con tutte le altre patologie nonostante le molte difficoltà, come essere sommersi da telefonate e WhatsApp mentre si sta visitando un malato; naturalmente contenere l’angoscia di tanti era un nostro compito e non ci siamo sottratti. Avremmo preferito invece non farci carico di tutte le pratiche burocratiche che, già arrivate con la riforma Maroni del 2015, si sono ulteriormente moltiplicate, dovendoci per di più avvalere di un pessimo servizio informatico spesso bloccato.
Insomma, abbiamo cercato di dare tutto il possibile e non ci saremmo aspettati di diventare il capro espiatorio per le carenze organizzative ed amministrative che si sono evidenziate con la pandemia.
La medicina di famiglia è stata indebolita dai tanti tagli fatti alla sanità, dalla miopia politica nel non prevedere la necessità di più figure sanitarie con l’invecchiamento della popolazione e dei medici stessi che raggiungevano l'età della pensione, dall'eccesso di burocrazia che ha tolto tempo alla cura e che andava espletata da altre figure.
Ho sempre amato il mio lavoro iniziato nei primi anni Ottanta quando si aveva tempo di conoscere il paziente durante le visite, per visitarlo a casa anche per una banale influenza, per andarlo a trovare durante un ricovero ospedaliero discutendo il caso con i colleghi (non come ora con un breve contatto telefonico quando si riesce).
Adesso invece si va verso un processo di spersonalizzazione della professione medica, certo la tecnologia ci aiuta molto, ma deve rimanere solo uno strumento a disposizione perché la complessità di una diagnosi non comprende solo gli aspetti puramente tecnico fisici, questi devono essere inquadrati all'interno della speciale relazione che si realizza nel rapporto tra il paziente ed il suo medico di fiducia.
Penso che i MMG siano rimasti l’ultimo baluardo verso la visione di una medicina frammentata e meccanicistica e anche se nei sondaggi, non so ancora per quanto, risultano essere la categoria di medici più apprezzata dai cittadini, alla politica sempre più orientata alla medicina del business tutto ciò non sembra interessare.
Nelle nuove Case di Comunità, dove ogni medico farà il suo turno con il possibile passaggio alla dipendenza, bisognerà fare attenzione affinché il rapporto fiduciario tra medico e paziente non si spezzi, ma venga particolarmente curato. Le proposte per migliorare l’assistenza territoriale, i MMG, come spiegato nell' articolo, le hanno trovate, se solo la politica volesse tenerne conto.
Noi scriviamo articoli sui nostri giornali, ne discutiamo nelle chat di gruppo, ma adesso è arrivato il momento che i cittadini siano resi consapevoli di quale sistema sanitario la Regione ha programmato e sapere da loro cosa ne pensano.”
Qui l’articolo di quotidianosanità.it:
DESIO, 5 febbraio 2022