La politica degli slogan che non bastano a governare una città.
dal post del Consigliere comunale Achille Taccagni.
La politica dei maxi progetti finanziati soltanto coi bandi inizia a mostrare qualche crepa. Il progetto da due milioni di euro per la riqualificazione del parco storico di Villa Tittoni non ha ottenuto il finanziamento richiesto, totalizzando un punteggio (67/100) ben lontano dalla soglia minima (80/100) e posizionandosi oltre la metà della graduatoria (429 su 813). Ciò significa che il complesso della Villa Tittoni resta completamente a secco: anche il progetto di rifacimento delle facciate e di rimozione dell’amianto dal tetto non ha ottenuto il finanziamento richiesto, come ci è stato comunicato – non dalla giunta ma da un consigliere di maggioranza – nel consiglio comunale del 9 giugno.
In pratica, dei tre principali bandi a cui l’amministrazione ha partecipato finora – i primi “risultati concreti” vantati dal Sindaco in un’intervista al Cittadino del 23 aprile – rimane soltanto quello sull’ex ospedale, per cinque milioni di euro.
Ora, vincere i finanziamenti non è semplice, la graduatoria finale non sempre è indicativa della bontà del progetto né riconosce necessariamente lo sforzo di progettazione che vi sta dietro. È un rischio, e come ogni rischio va preso con coscienza e pensando già ad un piano B, se davvero si vogliono realizzare quelle opere per cui si chiede il finanziamento. Perché non si partecipa ai bandi solo perché ci sono: si partecipa se si hanno chiare le reali esigenze della città e se si ha un buon progetto in mano, che si intende comunque realizzare indipendentemente dall’esito del bando.
Noi, nello scorso mandato, abbiamo sempre lavorato così. Quando non vincevamo un bando, cercavamo di finanziare almeno parzialmente l’intervento con le risorse che avevamo a disposizione. E soprattutto evitavamo di partecipare a bandi con progetti stellari spacciando l’intervento come cosa fatta: il “risultato concreto” lo si ottiene solo quando l’opera è realizzata, non quando si manda la richiesta di finanziamento.
Quando non abbiamo ottenuto il finanziamento del bando “Sport e Periferie” per il rifacimento del centro sportivo, l’allora opposizione si lanciò nelle critiche più disparate, accusandoci fra l’altro di non essere stati in grado di portare a casa i soldi, di non avere uffici adatti allo scopo e di non saper cogliere le opportunità; noi abbiamo comunque provveduto a stanziare delle risorse comunali per gli interventi più urgenti sul centro sportivo, che poi l’attuale giunta ha congelato e non realizzato.
Quest’amministrazione, invece, non ha nessun piano B: non risultano infatti stanziati a bilancio fondi per interventi né sul parco storico né sulle facciate della Villa Tittoni. O meglio, per le facciate c’erano, dato che ce li avevamo messi noi: solo che la nuova amministrazione ha congelato anche quelli, dicendo che per quegli interventi avrebbe partecipato ad un bando ad hoc. Che ha perso, e quindi le facciate della Villa dovranno aspettare.
Vedremo cosa accadrà con il progetto per l’ex ospedale.
Intanto, notiamo che un intervento così importante viene venduto alla cittadinanza come già finanziato, nonostante nel bilancio comunale la giunta non ci abbia messo un euro di risorse proprie (e in questo, la totale mancanza di un co-finanziamento comunale rischia di essere un grosso svantaggio nell’attribuzione dei punti al progetto). Il fatto che l’intervento sia appeso a un filo sottilissimo e che l’amministrazione non abbia di fatto un piano B viene generalmente taciuto nelle comunicazioni ufficiali, o presentato in piccolo, fra parentesi, come se l’aggiudicazione di un finanziamento fosse una cosa scontata. Non lo è, come abbiamo imparato in questi giorni. Così come non è facile amministrare.
Non bastano gli slogan, i selfie e le promesse di interventi multimilionari “messi in cantiere” senza avere le risorse a bilancio: serve chiarezza sulla visione, responsabilità nell’azione e trasparenza nella comunicazione.