CUMULO DI DELEGHE: QUESTIONE DI INCOMPATIBILITA' E DI OPPORTUNITA'
Riflessione del Consigliere PD Achille Taccagni, circa la possibile incompatibilità - o quantomeno opportunità - della neo-assessora leghista Cambiaghi a rivestire più incarichi, amministrativo come Assessora allo Sport (edilizia sportiva) e quello di Delegata provinciale del CONI.
Il cumulo di incarichi è una delle cose che mi incuriosisce di più da quando seguo la politica locale. Mi stupisce sempre la disinvoltura di chi riesce ad essere nello stesso momento consigliere o assessore da una parte, portavoce da un’altra, e poi segretario di un partito, delegato di qualche organo nazionale, membro di un’assemblea, presidente di un’associazione, volontario in un’altra eccetera eccetera. Ultimamente faccio una tale fatica a mettere insieme la mia attività di consigliere con ciò che la vita mi richiede di fare per sopravvivere – il lavoro, gli affetti, gli amici, un minimo di sforzo su di sé – che la sola idea di dovermi impegnare anche su altri fronti mi sembra fuori di testa. E quindi mi affascinano le persone che accettano di buon grado altri incarichi oltre a quello di consigliere, magari ugualmente impegnativi e gratuiti, e che quando gli chiedi se sono davvero sicuri di farcela ti guardano pure strano: ma cosa vuoi che sia, è un incarico onorifico, dovrò giusto fare qualche firma, qualche riunione, qualche foto ogni tanto.
Io ammiro la loro dedizione, il loro spirito di servizio, quella loro certezza di avere “enough in the tank to do it justice”. A dirla tutta, io queste persone le invidio proprio: per questo finisco sempre per ficcare il naso nei loro incarichi.
Ad esempio, da qualche settimana a Desio c’è una nuova assessora che si occupa, fra le altre cose, di edilizia sportiva. Fare l’assessore è una cosa seria e giustamente retribuita, anche se soltanto fino a un anno e mezzo fa la paga era ridicola. L’assessora in questione conosce bene l’impegno che ci vuole: è stata infatti già assessora regionale allo Sport, a Palazzo Lombardia, per più di due anni. Poi, tra il rimpasto di giunta regionale che l’ha estromessa dalla squadra di Fontana e il rimpasto di giunta comunale che l’ha inserita di quella di Gargiulo, ha ricevuto una nuova carica: quella di Delegata Provinciale del CONI.
Ora, fino a poco tempo fa per me il CONI era il ciuffo sempre perfetto di Malagò e poco altro. Ma siccome ho questo pallino del cumulo di incarichi, ho scoperto che il CONI ha un’organizzazione territoriale molto ben definita, nella quale il delegato provinciale gioca un ruolo fondamentale: secondo il Regolamento delle Strutture Territoriali, individua e propone agli organi superiori “iniziative dirette a sviluppare l’acquisizione di risorse e proventi sul territorio”, “partecipa all’implementazione, monitoraggio e controllo dei programmi nazionali di promozione sportiva”, “costituisce il riferimento a livello provinciale per la realizzazione di iniziative formative e culturali”, “propone al Presidente il patrocinio ad eventi e manifestazioni sul territorio competente”. Non cose da poco – soprattutto per una delle province con la più alta densità territoriale di società sportive – considerato che l’incarico è svolto a titolo gratuito. Eppure, va detto, la nostra delegata provinciale, allora capogruppo della Lega in consiglio comunale (in barba al principio di autonomia sportiva del CONI, ma questa è un’altra storia), quelle mansioni le svolgeva con passione, senza mai dimenticare il proprio bacino elettorale. Tant’è che nel dicembre 2021, a margine di un evento del CONI tenutosi proprio a Desio, l’allora assessore desiano allo Sport Luca Ghezzi la ringraziava con un post “per aver scelto il PalaBancoDesio per l’organizzazione di questo splendido evento”. Che gentile, ha scelto proprio Desio!
Poi le cose sono andate come sono andate, la nostra è diventata assessora al posto di Ghezzi e settimana scorsa ci siamo trovati in consiglio comunale per discutere la sua surroga. Io ero convinto che, una volta entrata in giunta, avrebbe certamente rinunciato all’incarico di delegata provinciale, e non solo per l’evidente conflitto d’interessi, cioè per il fatto di trovarsi contemporaneamente da un lato a gestire i patrocini e le risorse del CONI per lo sviluppo dello sport territoriale di tutta la provincia, e dall’altro a dover raggiungere gli obiettivi fissati nel programma di mandato per il proprio comune (fra cui, considerata la sua delega all’edilizia sportiva, la riqualificazione del centro sportivo comunale): un problema grosso, certo, appena dentro – se non oltre – i limiti dell’incompatibilità previsti dalla legge, e che immagino creerà qualche malcontento nelle società sportive e nelle amministrazioni degli altri comuni del territorio, data la palese corsia preferenziale che Desio avrà d’ora in avanti nei progetti di promozione dello sport. No, io ero sicuro che avrebbe mollato il CONI per una questione di energie, di fatica, di tempo a disposizione e di voglia di fare bene ciò che si è chiamati a fare.
Invece no. Quando abbiamo sollevato il tema in consiglio comunale ha risposto che non c’era alcun problema col cumulo di incarichi, perché quello del CONI non è un incarico né politico né amministrativo, perché lo fa per passione, nel tempo libero, “perché mi piace lo sport”.
Ecco, dicevo che a me queste storie affascinano da morire. Perché per fare politica in questo modo ci vuole un fisico bestiale, olimpionico.