23 MAGGIO: L'ESEMPIO DEL GIUDICE FALCONE.

Il sacrificio del giudice Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, degli agenti Schifano, Dicillo e Montinaro non può essere dimenticato da nessuno, tantomeno dalle istituzioni.

La cultura della legalità passa anche e soprattutto dal ricordo. Ogni anno, quest'anno più che mai. Trent’anni fa la strage di Capaci cambiò per sempre la vita di ognuno di noi.

Abbiamo chiesto e continueremo a chiedere che l'Amministrazione si faccia carico in tutti i luoghi della città di celebrare degnamente questi eroi. Falcone, come Borsellino, come tanti altri servitori dello Stato, caduti in Sicilia o altrove, erano straordinari nel loro impegno ma si sentivano — ed erano — persone normali. Le doti di tenacia, di coraggio, di intuizione, di intelligenza, di rigore morale erano presenti in loro in grande misura.

Ma i loro sono stati comportamenti che ogni persona — ciascuno di noi — può esprimere, compiendo scelte chiare e coerenti. Quegli uomini, oggi, costituiscono punti di riferimento. Ma devono essere, soprattutto, esempi: è un richiamo per tutti, in particolare per chi assume responsabilità istituzionali e per le nuove generazioni, quelle che - crescendo - possono essere capaci di marginalizzare ed eliminare il tumore dal corpo sano della società.